Negli ultimi anni ha legato la propria fama al ciclismo d’epoca, alle strade bianche, a quell’Eroica che oggi appassionati delle due ruote vogliono fare almeno una volta della vita arrivando persino da continenti lontani. Ma Gaiole in Chianti ha sempre avuto il proprio fascino da ‘Chiantishire’ che, bisogna ammettere, nel sogno di imitare le sfide epiche tra Coppi e Bartali ha preso un ulteriore vigore non indifferente.
Una gita a Gaiole la si può fare anche prendendo la propria auto e lasciando la bici a casa: per le colline toscana un po’ di gambe ce ne vogliono. Per la pancia non ci sono invece problemi, quando basta mettersi a tavola e gustarsi i vini, i sapori e gli odori del Chianti Classico.
Questo paesino del senese rappresenta uno degli ultimi baluardi verso l’aretino, Montevarchi e la valle dell’Arno. Nei secoli è sempre stato considerato un luogo di scambio di merci, come testimoniano il grande corso che si sviluppa lungo le vie Roma e Ricasoli, un pregio per un comune che conta poco più di duemila residenti. È un luogo dove la storia si ferma (non a caso il mito dell’Eroica qui ha trovato terra fertile) come dimostrano quelle scritte sulle case che richiamano a indicazioni stradali antiche o addirittura, come si vede in foto, richiami che nemmeno la storia repubblicana italiana ha cancellato.
Tra Gaiole in Chianti e dintorni si sviluppa una serie incredibile di castelli, pievi e luoghi antichi da visitare. La lista è infinita come la stessa Wikipedia, nel dettaglio, fornisce. Una storia curiosa che arriva da quella zona è quella della statua di una rana che si ubriaca con un fiasco di Chianti, conosciuta come la Rana Beona. Un sito ne racconta la storia ed è curioso leggerla per chi volesse andare a farsi un giro nella piccola frazione di San Sano (non ho foto disponibili, ma ne vale la pena).
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