Un monastero in pieno centro a Modena? Quando ci sono andato per la prima volta non ci credevo. In passato mi ero dovuto arrampicare su colline, spostarmi in luoghi sperduti, magari alla ricerca di una grappa o un amaro fatto da sapienti mani artigiane. E invece, avventurandomi in via San Pietro nella città dove mi sono spostato da quasi un anno, complice anche la Giornata del Fai, mi si è materializzato davanti un incanto.
Parto dalla fine, ovvero dal negozietto dei monaci benedettini che animano il convento di San Pietro. Cioccolata spalmabile, birra trappista prodotta in Italia, caramelle, miele e ghiottonerie a non finire. Poi i liquori, quelli che solo nelle abbazie sanno fare così bene. L’immancabile aceto balsamico a più livelli di invecchiamento. E per le signore i prodotti di bellezza naturali. Quando ho poi letto che è aperto quasi tutti i giorni (chiuso solo il lunedì mattina e la domenica) mi sono ripromesso di tornarci quanto prima per farci una discreta spesa. Sono convinto di avere messo la voglia anche a voi che leggete, a dire il vero.
Passiamo all’arte e alla cultura. L’incanto del monastero lo offre subito il giardino delle erbe officinali, il campo dove nascosto le creazioni dei benedettini di cui abbiamo parlato fino a ora. La fondazione risale a quattro anni prima del Mille, anche se la chiesa è stata ricostruita tra il 1476 e il 1518. Accanto trova spazio l’acetaia, oltre a un’area museale dove si trovano antichi testi amanuensi e reperti storici a cavallo dei secoli. Testimonianze medievali arrivano anche da alcuni scavi che sono stati fatti all’interno e che sono accessibili tramite una scala in ferro che scende sotto l’attuale livello del complesso.
Il monastero di Modena è stato chiuso più volte nella sua storia, con pause nel periodo napoleonico e nel tardo Ottocento, ma oggi è ancora un luogo vivo fatto di preghiera e lavoro.
Leave a Reply