Orgosolo e le sue donne

Potevamo fare gli auguri a tutte le donne del mondo in tante maniere e, tra la ‘rosa’ delle mete possibili, è spuntata fuori Orgosolo. Mi sono tornati a mente tutti quei murales e, scorrendo le immagini, tanti di questi (se non la maggior parte) raccontano la storia di donne più o meno conosciute, personaggi illustri e altre dimenticate, magari immaginate da chi le ha disegnate per rappresentare il dolore di tante di loro: lavoratrici, madri, vedove.

Riavvolgiamo il nastro: per chi non la conoscesse Orgosolo è una località del nuorese, in Sardegna, famosa perché il proprio borgo, tipico e fermo nel tempo, è stato rivitalizzato negli anni da artisti italiani e stranieri con una serie di murales molto spesso a sfondo sociale, storico e politico. Il primo è del 1969, adesso ce ne sono circa 200 e ogni anno si rinnovano nel tempo. Ministri corrotti, fatti di cronaca, colpi di stato, raccontati in maniera non convenzionale e con forte spirito critico. Tutto questo fa da sfondo ai vecchi negozi e bar dove gli anziani conversano ‘in sa limba sarda’ e le signore escono di casa con i loro lunghi abiti neri, fermi nel tempo come il proprio borgo.

A Orgosolo come detto le donne sono le vere protagoniste delle opere d’arte racchiuse tra vicoli e vecchie strade. Fuori dalla casa museo cittadina un murales celebra il dramma che portò nel 1908 a istituire questa ricorrenza, ricordando le grandi battaglie del movimento femminista. Come non citare poi la madre che maledice Cadorna per la morte del proprio figlio al fronte, Frida Kalho che ci guarda da un palazzo e l’indigena che vende calle in omaggio ai dipinti dell’amato Diego Rivera. Donne rivoluzionarie come Rosa Luxembourg e altre che si confondono tra quelle reali di Orgosolo: dipinte e viventi, lavoratrici, madri, vedove. Donne, con la D maiuscola, sempre.