Con questo articolo sono di nuovo a casa. E quando si torna a casa, si è sempre un po’ emozionati. Non vi stupirete se per la seconda volta scrivo di Capraia e Limite, nella città metropolitana di Firenze, dopo che quasi un anno fa le pubblicazioni di Girosognando.it presero il via dalla Villa di Bibbiani. Lo farò di nuovo in futuro.
Oggi è il momento di parlare di uno dei due capoluoghi comunali, Capraia Fiorentina: borgo affascinante, non troppo conosciuto, ma a cui sono molto legato. Qualcuno potrebbe averlo rivisto dal treno che va da Firenze a Pisa. Quando passa dalla stazione di Montelupo Fiorentino tanti si affacciano dal finestrino e vedono questo paese arroccato dall’altra parte del fiume Arno, chiedendosi che posto sia. Infatti è difficile trovare notizie e le grandi guide della Toscana lo tralasciano. Non lo dimenticò invece Dante Alighieri quando scrisse: “Da Montelupo si vede Capraia, Dio fa le persone e poi le appaia”, frase rimasta impressa nelle persone che vivono da quelle parti.
Il borgo di Capraia Alta, detto anche Castello di Capraia, vanta una tradizione che viene dal Medioevo. Le mura a strapiombo sul fiume Arno sono da far risalire all’anno Mille, mentre le cronache storiche parlano di un feudo appartenente agli Alberti di Mangona, passato prima sotto il controllo di Pistoia, poi dal 1204 di Firenze. Nel 1741 fu infeudato alla famiglia fiorentina dei Frescobaldi, che ne tenne il controllo fino al 1776. È stato per molti anni sede principale comunale, fino a quando fu spostata a Limite sull’Arno per motivi di popolazione. Tra i due paesi, Capraia vanta una storia molto più antica appunto di quella di Limite.
Ci sono due modi di visitare Capraia Fiorentina: dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto. I riferimenti sono due piazze: piazza Dori, parte bassa, e piazza Pucci, parte alta. Per comodità vi presento una visita dall’alto verso il basso, poi potete regolarvi a vostro piacimento.
Salite per via Valicarda e svoltate a destra in via Don Bianconi, dopo il cimitero troverete un parcheggio dove lasciare la vostra auto. Da lì sarete in piazza Pucci, dove si trova una delle due chiese del borgo (l’altra è nella parte bassa, quella della Santissima Annunziata), dedicata a Santo Stefano. Il patrono di Capraia è invece Santa Grania, che viene celebrata il primo maggio con l’accensione dei tradizionali fuochi.
Il borgo è un labirinto di cunicoli, archi, qualche piazzetta. Piazza Guelfa ha un bel panorama che dà sul versante di Montelupo e sull’Arno, a strapiombo sul fiume. Personalmente mi piace molto piazza Centova: dal nome sembra dedicata a un’eroina russa, invece è proprio ‘alla toscana’. Voleva dire infatti che era talmente piccola che non ci stavano cento uova. È stata oggetto in questi ultimi anni di un bel lavoro di riqualificazione ed è molto carina. Da lì si vedono la Villa Medicea dell’Ambrogiana a Montelupo e l’Arno nel punto in cui si trova l’unico ponte sul fiume.
Una cosa che si noterà è che il turismo di massa qui non è ancora arrivato. Nelle piazzette ci sono le auto dei residenti, non ci sono bar né attività commerciali, nemmeno un ristorante. È un borgo rimasto così da sempre, forse per questo ancora più affascinante, rude e non di moda.
Scendendo ancora per la via del castello si arriva in piazza Dori, proprio a ridosso di quel ponte che vedevamo in cima. Andate verso il fiume e, sulla sinistra, vi imbatterete in un luogo molto caro: la ex Fornace Pasquinucci, un tempo dedita alle terrecotte, oggi archeologia industriale di tutto rispetto che, da anni, ospita prevalentemente mostre di arte contemporanea, oltre a essere la seconda casa comunale del territorio. Se ci sono delle mostre o trovate aperto, affacciatevi e godetevi una visita: andate nella Sala dell’Oblò e ammirate Montelupo vista dal fiume, lo stesso fatelo dal palco esterno, tra i cosiddetti ‘trogoli’ (le vasche un tempo dedicate alla terra da impastare), infine salite al primo piano della palazzina attigua per trovare le antiche iscrizioni lasciate, a fine Ottocento, da quelle maestranze che un tempo lì lavoravano. Se trovate uno dei volontari del gruppo culturale, chiedete se vi accompagnano a vedere la galleria con la collezione permanente, solitamente chiusa al pubblico: se siete amanti della ceramica contemporanea, siete nel posto giusto!
A questo punto dovete rifare via del Castello a contrario e risalire verso piazza Pucci, per poi riprendere la via verso casa. Sicuro che quella di Capraia Fiorentina sarà stata per voi una piacevole esperienza.
Post scriptum. Per chi ama la fotografia e mastica qualcosa di Instagram non dimenticate, entro il 7 gennaio 2018, di postare un’immagine del borgo di Capraia con l’hashtag #borgodicapraiafna: il Gruppo Fotografico di Limite sull’Arno e la Pro Loco, con il patrocinio del Comune, stanno sostenendo un concorso legato alla promozione del paese con alcuni premi in palio.
Ovviamente… ci ho voluto mettere una foto anche io!
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