Sestola e Pian Cavallaro: Cimone da non perdere con o senza sci

Sestola Monte Cimone
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È arrivato l’inverno e con esso la voglia di neve. Se cercate il re dell’Appennino Tosco Emiliano, questo lo troverete nella vetta del Monte Cimone, luogo piacevole anche per chi non si mette gli sci ai piedi. Come punto base per la propria escursione, molti indirizzano le loro mire su Sestola, il paese più vicino alle principali stazioni sciistiche del comprensorio e, se non altro, il più baricentrico. Da Modena sono un’ora circa di auto che si passi dalla Fondovalle Panaro o dalla Estense/Giardini, e anche arrivarci dalla Toscana non è improponibile (il Passo dell’Abetone non è distante).

In periodo di neve uno dei principali punti di attrazione è quello di Passo del Lupo, raggiungibile da Sestola in una decina di minuti. Troverete una specie di ‘dogana’ all’arrivo per pagare l’accesso in auto, per poi parcheggiare nelle varie aree di sosta. In periodo invernale il consiglio è non partire troppo tardi, non solo per godersi la luce ma anche per non rischiare di penare per uno stallo.

Se vi mettete gli sci ai piedi, no problem: da qui parte una fitta rete di piste. Se volete imparare, ci sono i campi scuola. Se siete come me a cui le ginocchia hanno detto basta a sci e calcetto, c’è la funivia, aperta anche d’estate, che arriva fino a Pian Cavallaro. L’emozione è quella di essere proprio sotto la vetta del Monte Cimone: d’estate ci si può arrivare con meno di due ore di cammino ma con la neve… meglio di no!

Il panorama è ovviamente stupendo. Si apre sulla pianura padana e Modena si vede in lontananza. Sulla scena anche una stele in pietra con un Cristo benedicente rivolto verso la valle. Attorno tutte le altre vette dell’Appennino coronate di bianco. Attorno all’arrivo della funivia si può fare una passeggiata fino all’area militare: nella montagna è stata creata un’area difensiva e per questo motivo, nel periodo della Guerra Fredda, la vetta del Cimone era interdetta ai civili. Adesso si possono vedere le strutture della grande stazione meteorologica che in inverno non è visitabile, ma in estate sì. Da metà luglio fino ad agosto, tutti i mercoledì, l’appuntamento è gratuito e se siete in vacanza in zona, tenetelo presente!

Carino anche affondare nella neve attorno e farsi due passi: faticoso ma emozionante sprofondare nella neve, creandosi dei sentieri tutto attorno al percorso creato dal ‘gatto’. Niente fuoripista, sia chiaro, ma una passeggiata ‘controllata’ che ci ha portato, nel mio caso, a scoprire una vecchia rimessa non lontano da Pian Cavallaro. Per pranzo, meta obbligata il rifugio con i funghi e la tradizionale polenta, che in inverno ci sta da dio.

Anche il borgo di Sestola ha il suo perché: un bel corso pedonale inizia dalla piazza della Torre (dove c’è anche una bellissima fonte di acqua purissima in un loggiato) e arriva all’altezza di un distributore di benzina dove, di fronte, si cucinano borlenghi sul momento. Mangiare borlenghi sull’appennino modenese è un imperativo categorico e un’esperienza irripetibile, visto che già a Modena è difficile trovare chi li cucini.

A dominare il paese c’è il castello, che dopo la creazione della via Giardini divenne un penitenziario fino ai primi anni dell’annessione del Ducato al regno sabaudo. Rispetto ad altri borghi negli ultimi cento anni il turismo lo ha trasformato adattandolo alle esigenze dei viaggiatori e perdendo un po’ di sapore antico. Certo è che comunque Sestola, neve o non neve, resta sempre una località affascinante dove vale la pena trascorrere un bel weekend senza pensieri.

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