Tre speroni di roccia dominano la valle del Panaro, facendo quasi da confine tra le prime alture appenniniche e la pianura Padana. Incuriosisce come, non lontano da Modena, sia possibile incontrare delle conformazioni arenarie così particolari e insolite per il paesaggio circostante. Per gli automobilisti più curiosi, un cartello turistico lungo l’autostrada A1 in direzione Milano, poco prima di Modena Sud, invita alla visita dei Sassi di Roccamalatina prima che andare a farsi un giro per la città ducale. Ho provato a cogliere questo spunto e, sinceramente, ne vale la pena.
Dall’autostrada non sono così vicini: da Modena Sud dovete percorrere Spilamberto, Vignola, Marano sul Panaro e poi iniziare a salire verso Guiglia, per poi trovare il paese di Rocca Malatina. Prendete la via Ronzona e lasciate la vostra auto vicino al ristorante Il Faro. Allora scoprirete di essere davvero in un luogo meraviglioso. Le tre punte di roccia vi si materializzeranno davanti e il vostro cammino verso di loro vi sembrerà magico, simile a scenari da ‘Il signore degli anelli’.
Il consiglio è quello di andare a fare il sentiero che dall’abitato di Rocca di Sotto (poche case in pietra che preservano il fascino di un tempo) porta in cima al Sasso della Croce, a oltre 500 metri di altezza, da dove è possibile dominare tutto il paesaggio e godere di una grande vista sia degli Appennini che della valle del Panaro.
Il sentiero in salita necessita di un cammino di 15-20 minuti. Sembrerà difficile, in realtà non lo è. Potranno spaventare le scale scavate nella pietra, o quelle in ferro a pioli, in realtà con un po’ di attenzione vi accorgerete che è facile salire. In estate ho trovato persino ragazzi con le scarpe aperte… anche se personalmente consiglio sempre delle buone scarpe da trekking ben allacciate.
Prima di arrivare alla croce in ferro che domina la vetta, le sorprese del cammino saranno molte. Oltre ai panorama imperdibili, vi fermerete dentro le grotte scavate dall’uomo che avevano individuato nei Sassi di Roccamalatina un presidio fortificato ideale. Queste cave infatti servivano per controllare il territorio e restare protetti: se ne accorsero già i bizantini, che per difendersi dai longobardi si erano appostati proprio qui. Troverete poi un’antichissima chiesa nella roccia, o quel che ne resta, un pozzo bizantino all’inizio del percorso, e varie piante autoctone ben segnalate da cartelli, come la caratteristica erica arborea. Sulla vetta avrete la sensazione di dominare il mondo, con la possibilità anche di riconoscere le varie montagne, come il Cimone, che faranno da sfondo a questo magico momento.
Il sentiero del Sasso della Croce è a pagamento, un piccolo contributo che serve per tenere tutto in ordine e in sicurezza. L’area dei Sassi di Roccamalatina è protetta da un ente parco regionale che si snoda su un territorio di oltre 2.300 ettari, con sentieri trekking, mountain bike ed equestri. Per un weekend con i fiocchi ce n’è uno con partenza e arrivo a Ponte Casona, sulla Fondovalle Panaro, che in sei ore a piedi arriva a Zocca, dove pernottare, e da lì ripartire per altre sette ore, passando proprio accanto ai Sassi.
Con una sosta a Guiglia per mangiare i tipici borlenghi, direi che un weekend primaverile ai Sassi sia un’idea da tenere in grande considerazione…
Leave a Reply