La voglia di vedere questo borgo ce l’ha data Juliette Binoche con il suo film ‘Copia conforme‘ uscito nelle sale cinematografiche nel 2010. Le scene del film, che raccontano una storia di finzione di una storia d’amore tra un gallerista francese trapiantata in Toscana e uno scrittore inglese ad Arezzo per presentare un proprio libro (pellicola particolare, da cinema d’essai) sono state per lo più girate a Lucignano, un paese dell’aretino ai bordi della provincia senese, conosciuto in particolare per ‘L’albero della vita‘. Secondo la mia percezione, lo sanno di più all’estero che in Italia stessa.
Di cosa si tratta? È un capolavoro di arte orafa collocato tra il 1350 e il 1471. Si trovava nella Chiesa di San Francesco, oggi è custodito al centro di una bella sala affrescata del museo comunale (ex Palazzo Pretorio). È impressionante trovarsi di fronte a un grande teca con un manufatto d’oro e corallo alto più di due metri e mezzo, da cui si snodano dodici rami, tutti a loro volta sostegno per dei medaglioni dove sono impresse delle iconografie. Al centro un fusto, su cui si trovano sormontati un crocifisso e un pellicano. Il corallo rappresenterebbe il sangue versato da Cristo sulla croce. Il pellicano che si becca il petto, invece, è un segno di genitorialità: è colui che si ferisce pur di dare da mangiare a propri figli.
L’albero di Lucignano viene anche chiamato ‘Albero della Vita’ o persino ‘Albero dell’Amore’. Questo perché, leggenda vuole, la sua vista sarebbe propizia alle persone innamorate. Pensate che tante coppie arrivano dall’Inghilterra, o dall’estero, perché attratti da questo porta fortuna. Ripeto, forse più che dall’Italia. Forse nemmeno Ugolino da Vieri e Gabriello D’Antonio, a cui è attribuita la realizzazione dell’opera, se lo sarebbero mai aspettato nei secoli a venire.
I motivi per entrare nel museo comunale sono comunque altri, anche per una breve visita. Non tantissime opere dove ci si perde, pochi pezzi ma buoni, dove per una volta concentrarsi nei dettagli, senza l’ansia del dover vedere tutto per forza. Il sito del Comune offre una buona spiegazione delle opere presenti: personalmente sono piaciuti molto gli affreschi della Sala delle Udienze dove appunto nel Medioevo trovava sede il tribunale. Si legge a chiare lettere un monito per chi guarda: “Parla pocho odi assai guarda el fine de ciò che fai“. Nella galleria fotografica dovreste trovare l’immagine.
Il giro per Lucignano è uno snodarsi tra scalette e vicoli, archi in pietra e mattoni, tempo sospeso. Il museo si trova nella parte più alta del centro storico e bisogna salire delle scalinate in pietra. Si passa di fronte alle chiese principali del borgo aretino: in particolare quella di San Francesco e la Collegiata di San Michele Arcangelo. Prima di arrivare all’albero, fermatevi anche nella sala del consiglio comunale ad ammirare i propri affreschi: sembra di essere in una versione ridotta del Salone dei Cinquecento a Firenze…
Scendendo e tornando nel corso vedrete le due torri di Lucignano, una più piccola e una maggiore, simbolo del paese. Sarà una camminata tra palazzi antichissimi che respirano ancora il Medioevo e un’esperienza da provare, anche passeggiando con un bel gelato. Entrate tra le porte del centro storico come San Giusto e San Giovanni, scrutate i dettagli come pozzi e iscrizioni antiche. Per finire buttate un occhio anche al paesaggio circostante. Se non è un posto romantico questo, quale sennò?
Tra l’altro in questo periodo si tiene anche la Maggiolata: una bella sfilata che vede impegnati i rioni del paese. Un motivo in più per organizzarsi e fare una bella gita a Lucignano.
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