La sensazione che si ha quando un luogo potenzialmente interessante si trova a due passi da casa tua e quella di poterci andare quando vogliamo. Poi succede che a forza di rimandare non passano i mesi, ma gli anni. Scoprendo che in più di trent’anni di vita non hai mai messo piede a Montopoli in Val d’Arno. Quindi, mi sono deciso a farlo.
La collina su cui si erge Montopoli è un vero e proprio spartiacque tra la valle a nord, industrializzata, in pieno Comprensorio del Cuoio, e la parte più rurale della provincia di Pisa. Il borgo di Montopoli in realtà rientra già nella seconda categoria. Per chi conosce la vicina San Miniato, possiamo dire che le analogie sono molte a livello estetico. Si arriva lasciando l’auto in un grande parcheggio che dà sul Valdarno Inferiore e ci si incammina verso il borgo. Una scritta blu su una casa, di chissà quando, recante il nome del paese, ci ricorda come per certi versi il tempo qui si sia fermato di decenni. Sicuramente il tempo si è fermato nel 1944, quando un bombardamento fece fuori la Rocca che se ne stava lì dal Trecento (anche se ci sono notizie del castello già dal 1089) e non aspettava altro che la ritirata dei nazisti per essere ridotta in macerie. Dal poggio in cui si trovava è però possibile avere la migliore prospettiva del borgo montopolese e una bella visione di insieme. In quella zona sono stati fatti anche molti scavi archeologici da cui sono emerse molte basi delle strutture di epoca medievale.
Lì vicino trovano posto anche l’arco e la torre di Castruccio Castracani del tredicesimo secolo. L’intitolazione al condottiero lucchese pare sia dovuta a un suo ferimento in battaglia proprio qui a Montopoli. In poche righe si scopre già quanto questo borgo trasudi di storia antica sebbene il suo nome non sia tra i più conosciuti della Toscana. La cosa ci piace e il nostro giro prosegue.
Il palazzo del municipio (chiamato Palazzo Falaschi Martellini) a sua volta sembra adattissimo per un set di un film novecentesco (vedasi la scritta ‘municipio’ in galleria) e di fronte si apre un altro bel terrazzo naturale sulla vallata, stavolta preceduto dall’imponente Torre di San Matteo del quindicesimo secolo, eretta da Neri Capponi nel 1431.
Montopoli racconta la sua storia anche tramite un museo locale a Palazzo Guicciardini, nel corso principale a due passi del municipio, in cui confluiscono tutte le testimonianze raccolte nel tempo, dalla preistoria all’arte ceramica del XX secolo. Targhe e lapidi in giro ci ricordano persone illustri di questo luogo come Isidoro Falchi, l’uomo che scoprì Vetulonia, e i conti Guicciardini. In mezzo al paese la torre che svetta è invece quella campanaria della chiesa di Santo Stefano, che abbiamo già visto dalla vetta della collina.
È l’ora di tornare in piazza Marconi e andare a recuperare la macchina. Per chi viene in Toscana e percorre la superstrada Firenze-Pisa-Livorno, troverà lo svincolo di Montopoli in Val d’Arno e da lì sono solo due minuti. Io ho aspettato più di 30 anni per visitare il borgo. Voi che passerete di lì, indugiate meno e fatelo, vale davvero la pena. Tenete anche d’occhio gli eventi sul sito della Pro Loco, molti in chiave (ovviamente) medievale.
Leave a Reply