Nell’estate del 2018 in molti alla tv avranno visto, per la prima volta, le fattezze della città di Zagabria, capitale della Croazia, dove in migliaia di tifosi si sono ritrovati nella speranza – vana – di fare uno sgambetto alla Francia ed entrare nel novero delle grandi nazionali calcistiche che contano. Molti avranno notato una piazza con un monumento equestre, molto viva e suggestiva, con un bello stile mitteleuropeo, tanto da sembrare, per certi versi, di essere in Austria o giù di lì.
Zagabria è una bella città che ha tra i suoi punti a favore anche quello di essere una meta di passaggio. Viaggiando dall’Italia verso l’Est Europa via terra è molto facile fermarsi qua per fare uno scalo, anche breve. Cosa che ho fatto a mia volta, con poche ore a disposizione per visitarla. Diciamo un pomeriggio e una serata. Bene, ce la facciamo bastare e, per ottemperare allo scopo, ho buttato giù un veloce itinerario capace di toccare almeno i punti nevralgici della città.
Regola numero uno: dovete avere qualche kuna in tasca per pagare il parcheggio: gli euro non vanno bene nei tassametri quindi, mi raccomando cambiate prima. A me una signora ha pagato il parcheggio senza volere niente in cambio, sono stato fortunato e lei è stata molto gentile. Ma che non sia la regola!
In un paio di chilometri, facendo una diagonale da sud/ovest a nord/est si incontrano una serie di punti nevralgici. Partiamo dal Mimara, il museo nella parte bassa della capitale che ospita 3.750 opera d’arte di ogni epoca, dalle civiltà greco antiche ed egizie fino ai contemporanei, passando per nomi del calibro di Raffaello, Velasquez, Rubens, Rembrandt e Goya. Passate oltre e troverete un altro museo tra i più importanti di Zagabria, quello dedicato all’artigianato, in piazza Repubblica di Croazia. Qui si possono invece ammirare mobili e altri oggetti di pregio creati dai maestri del posto nel corso dei secoli. Se non potete entrare, Google dà la possibilità di farlo anche in maniera virtuale.
Prendiamo a questo punto la direzione della città alta di Zagabria: esiste anche una funicolare che permette di salire con molta meno fatica. Il punto clou di tutto il centro è sicuramente piazza Josip Jelačić, quella appunto della statua equestre dove il cavallo è cavalcato dal personaggio a cui è intitolato questo luogo. Fu signore di queste terre per conto degli Asburgo, apprezzato per il suo impegno contro l’abolizione della servitù della gleba in territorio croato. Quando siete nei paraggi e se siete in tempo fate un salto al caratteristico mercato contadino di Dolac, che si trova a due passi dalla piazza. Da qui partono tutta una serie di negozi e locali che vi faranno sentire realmente in una capitale europea.
Una curiosità: la statua del bano Jelačić è tornata in piazza nel 1990 dopo che il maresciallo Tito l’aveva fatta rimuovere, in quanto simbolo nazionale croato (che mal si confaceva allo stato della Yugoslavia).
Possiamo a questo punto concludere il breve giro di Zagabria (valeva più tempo, ma questo era) dirigendosi verso la neogotica cattedrale. La caratterizzano due guglie gemelle ed è stata oggetto di una ricostruzione dopo il violento terremoto del 1880. Sempre tra gli edifici religiosi merita un passaggio, se ce la fate, la chiesa di San Marco, sul cui tetto sono impressi gli stemmi araldici dell città e della Croazia Asburgica.
Per concludere il breve tour andiamo invece in piazza Kaptol. La riconoscerete per la fontana con quattro angeli dorati alla base, conosciuta anche come ‘Colonna di Maria’. Rispetto allo stile asburgico qui abbiamo una architettura diversa, più medievale, anche perché questo quartiere un tempo era al di fuori del nucleo abitato di Zagabria, mantenendo tutt’oggi una diverso stile urbanistico.
Adesso possiamo dire di aver visto il minimo sindacale. E se dobbiamo ripartire, ripartiamo contenti.
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