La più importante miniera di rame d’Europa: nelle gallerie di Montecatini Val di Cecina

Montecatini Val di Cecina
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C’era un tempo in cui centinaia di persone lavoravano nel cuore delle colline pisane, a Montecatini Val di Cecina, per occuparsi dell’estrazione di rame. Era la più grande miniera di ‘oro rosso’ d’Europa (35 chilometri di gallerie), fino a quando, nel 1907, si arrivò alla sua chiusura. I tempi erano cambiati e il mercato anche. Il mercato inglese era quello principale e, venuto meno, l’economia locale cambiò profondamente.

Quella grande storia oggi rivive nel Museo delle Miniere: in questi anni il sito di Caporciano è stato in parte recuperato e reso accessibile a coloro i quali vorranno visitarlo, ovviamente muniti degli accorgimenti che servono in certe situazioni.

Entrando nella miniera si nota subito il simbolo di chi ci lavorava: due martelli incrociati con dietro lo Specchio di Venere, in onore all’Isola di Cipro dove i romani iniziarono a estrarre il rame (il nome latino infatti è Cuprum) e nelle cui acque sarebbe nata la dea. Ci sono poi dei busti che rappresentano i principali protagonisti della miniera: il primo proprietario, Luigi Porte, che aveva aperto la miniera nel 1827; il tedesco Augusto Schneider, che per 45 anni fu il direttore dei lavori, seguito per 12 anni dal figlio Aroldo; il conte russo Demetrio Boutorline che ereditò la proprietà dall’inglese Francis Joseph Sloane e molto vicino al Granduca di Toscana.

Che qui ci fosse il rame lo sapevano già gli etruschi che iniziarono le prime estrazioni. Gli ultimi a possedere la miniera furono i gestori dell’azienda Montecatini Spa, che fondendosi alla Edison crearono il colosso chimico Montedison, di cui certamente avrete sentito parlare.

I minatori entravano nella cava in squadra, fermandosi prima davanti alla finestrina che si trova vicino alla porta di ingresso: lì lasciavano la loro medaglia con il nome e la matricola perché, al rientro, si sapesse chi di loro non era riuscito a tornare, per inviare i soccorsi. Purtroppo era così: era molto facile perdere la vita in quella miniera.

Tu sei il mio Dio, e nelle tue mani c’è la mia sorte“: questo quanto riportato sopra la porta di ingresso della miniera. Direi non molto incoraggiante… Ogni minatore doveva rispettare regole molto rigide, come il divieto di urlare e fischiare. Il soffitto è completamente in muratura, realizzato dai minatori nelle fornaci che si trovavano in superficie.

È molto interessante approfondire le tematiche sociali legate ai minatori che, ai tempi, godevano di diritti importanti considerata l’epoca, in virtù anche dei doveri a cui erano chiamati, con una forte esposizione a incidenti ed eventi mortali.

A un certo punto si trova la lunetta della Madonna di Caporciano, che in origine si trovava a 120 metri di profondità, su un altarino: un luogo dove i minatori potevano pregare prima di scendere ulteriormente di livello. Oggi sono percorribili, anche se non aperti al pubblico, 249 scalini, e si arriva fino a 120 metri di profondità.

Le armature in ferro delle gallerie vengono chiamate ‘pancia della balena’ e accanto si vedono delle pietre che coprono le gallerie che erano state esaurite. Si arriva fino al Pozzo Alfredo (dal nome di uno dei proprietari, Alfred Hall), dove case acqua per sette litri al secondo. In quel punto c’era anche il montacarichi per far risalire in superficie il rame. Da qui si deve tornare indietro, non essendo più sicuro il cammino.

Nell’area della miniera sono stati ricostruiti alcuni ambienti amministrativi, tra cui l’ufficio del direttore, la contabilità, l’ufficio tecnico e il laboratorio chimico. Salendo invece dalla miniera si riesce ad arrivare alla Torre di Pozzo Alfredo. Nonostante molte delle architetture sono andate perse, si possono vedere gli ambienti della falegnameria e alcuni resti degli ingranaggi e dei macchinari che servivano all’estrazione del rame.

Queste e altre storie possono essere ascoltate anche in un mp3 di audioguida (scaricalo qui) per permette una visita dettagliata di questo sito. Noi ci siamo stati in occasione di un educational tour nella zona della Valdicecina in condizioni meteo sfortunate, ma ci auguriamo che possiate fare questo tour in un momento migliore anche se, sotto le gallerie, non ci piove…

Non dimenticate di fare un giro nel borgo di Montecatini Val di Cecina e nelle sue frazioni come Miemo e Casaglia, di cui abbiamo parlato nei mesi scorsi.

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