Enzo Ferrari, “Inguaribile viaggiatore”: i primi dieci anni di storie e scoperte

L’ultima ‘Travel Stories’ del 2018 è dedicata a uno dei blog di settore più longevi in Italia, vale a dire “Inguaribile viaggiatore” di Enzo Ferrari (omonimo del Drake). È con lui che abbiamo avuto questa piacevole conversazione per meglio approfondire la sua attività e cosa lo spinge, dieci anni dopo, a tenere viva la sua passione.

Nome del blog di viaggio: Inguaribile Viaggiatore

Link alla home page: https://www.inguaribileviaggiatore.it/

Anno di pubblicazione: 2008

Autori e collaboratori: Enzo Ferrari e Silvia Reggiani

Cosa ti ha spinto a creare un blog e perché proprio di viaggi?

La voglia di raccontare di viaggi, nostra grande passione, nasce dopo il primo viaggio organizzato con quella che poi è diventata mia moglie, in Irlanda. In quell’occasione abbiamo lavorato molto sul tagliare a nostra dimensione itinerario e modalità del viaggio. Tornati a casa ci siamo detti perché non condividere l’avventura vissuta in modo da facilitare ad altri la realizzazione di una esperienza a propria misura.

C’è un tema preciso del tuo blog, un filone? Se sì, quale?

Il filo conduttore è naturalmente il viaggio, che di volta in volta decliniamo secondo le peculiarità del territorio che stiamo visitando. Il target a cui ci siamo rivolti è interessato a viaggiare comodo e in strutture di una certa qualità, da quando siamo diventati genitori abbiamo una particolare attenzione al viaggio con i più piccoli.

Hai un articolo di cui sei particolarmente orgoglioso o di cui vuoi parlare?

In realtà sono molto legato ad una serie di articoli, accomunati tra loro dall’esperienza esperienza al TBCAsia che si è svolto in Sri Lanka. Sono legato a questi racconti perché rappresentano il mio primo incontro con l’Asia e per la ricchezza che mi ha lasciato il condividere questa avventura con colleghi blogger provenienti da tutto il mondo.

Quale pensi sia la qualità principale del tuo blog o l’elemento preferito dal tuo pubblico?

La qualità principale che mi riconosco è la veridicità di ciò che racconto, parlo solo di quello che mi è piaciuto e con onestà e credo sia anche l’elemento che il mio pubblico preferisce leggendomi.

In cosa vorresti migliorare?

Credo che sia fondamentale cercare sempre il miglioramento. Quello che riconosco come un elemento critico è la mia ritrosia a farmi vedere dai miei lettori, sia come foto e soprattutto video.

Come vedi il presente dei travel blogger in Italia? E le prospettive future?

Ogni giorno nascono diversi blog di viaggi, tanti giovani partono con molto entusiasmo, ma devono capire che senza una adeguata preparazione e professionalità non faranno molta strada.
Il futuro del travel blogger è incerto, si propende ad andare sempre di più verso le immagini (Instagram, Youtube ecc) e quindi solo chi riuscirà ad capire in anticipo le nuove tendenze, riuscirà a emergere dalla massa.

C’è un viaggio tra i tanti che ti ha cambiato la vita e consiglieresti al tuo pubblico?

Il viaggio che mi ha cambiato la vita è stato di tre settimane di due anni fa, ed è l’unico di cui ancora non ho scritto, ho preferito che le sensazioni, i ricordi e le emozioni rimanessero ad appannaggio mio e della mia compagna di viaggio, nonché di vita. Un accenno a questo viaggio è contenuto nell’articolo: https://www.inguaribileviaggiatore.it/elenco-articoli-extra/torno-subito-o-quasi/

Ti consideri uno scrittore di impulso o hai adottato una strategia editoriale?

Ho una strategia editoriale molto banale e semplice, ovvero di scrivere di ciò che mi piace e mi incuriosisce senza pensare a cosa sia “utile” ai fini di indicizzazioni o di un ritorno di like.

C’è uno stile scrittorio o un autore a cui ti ispiri in particolare?

Amo leggere molti autori e sicuramente queste letture influenzano il mio modo di scrivere o il taglio con cui affronto gli argomenti, ma non ho una persona in particolare a cui ispirarmi.

Come vedi la tua attività rispetto al passato e come la sogni tra cinque anni?

Penso che sarà sempre più votata all’immagine e sempre meno alla parola, ma onestamente spero di sbagliare, perché non c’è nulla di più entusiasmante che raccontare le proprie esperienze.

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