Gorizia, nel castello medievale che guarda la Slovenia

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Gorizia

Più che una città, un simbolo. La gita a Gorizia è una leva ad alta curiosità per chi è amante dei confini non in termini di divisione ma di multicultura, di storia e mutamenti storici. Quella che un tempo era la Berlino del Nord Est, divisa a metà con la sua parte slovena ed ex jugoslava, Nova Gorica, oggi è pienamente una città di frontiera aperta ed europea. In piazza della Transalpina, in cui c’era una rete di demarcazione accompagnata da torrette con militari armati, oggi trovano posto un’opera d’arte di Franco Vecchiet e una serie di mattonelle più scure che demarcano il confine di Stato tra Italia e Slovenia. Uno dei successi dell’europeismo che tra pregi e difetti è bene evidenziare.

Dunque, in questa piccola città un po’ Friuli, un po’ Venezia Giulia e attaccata al confine, per fare un giro veloce, anche di passaggio, conviene andare direttamente verso il suo monumento più imponente: il castello. Se andate a Nova Gorica fateci caso: la bandiera italiana svetta in cima e ben si fa notare. Un caso?

La storia del castello non è proprio lineare con la modalità in cui oggi il mastio si presenta. Nel senso che durante il Fascismo fu ristrutturato alla modalità originaria (1100) con la nuda pietra riportata alla luce. Per secoli, invece, bisogna immaginarsi il castello di Gorizia come intonacato di bianco: in epoca rinascimentale da edificio militare divenne infatti dimora signorile dei conti locali.

Tradisce anche il leone veneziano sul portale di ingresso: fu infatti posto nel 1919 ed è del XVI secolo. Bisogna però sapere che la Serenissima si impossessò di Gorizia solo per tredici mesi tra il 1508 e il 1509 e quella scultura non fu mai collocata. Ci hanno pensato 400 anni dopo: sicuramente impreziosisce l’ingresso ma, appunto, può cogliere in inganno.

Conviene visitare il castello di Gorizia per due motivi: la vista di cui si può godere, diciamo pure “internazionale”, e per la presenza di un curioso museo medievale che ben si presta in questo contesto.

In una breve trasferta goriziana altre due dritte oltre al castello: un passaggio almeno dal piazza della Vittoria, il cuore della città, e se vi piacciono queste cose l’esperienza di prendere un bus urbano transfrontaliero per andare a Nova Gorica. Tanto per ricordarsi quanto i confini aperti ci hanno agevolato e semplificato la vita.

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