Bovino, un film in pietra bianca in un borgo tra i più belli d’Italia

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Bovino

Viene considerato come uno dei borghi più belli d’Italia quello di Bovino, in provincia di Foggia, un paese che si colloca in Puglia ma nelle vicinanze del confine con la Campania, in una zona a contrasto tra i monti della Daunia e la Valle del Cervaro. Si tratta di un luogo vissuto da millenni, anche grazie alla presenza di sorgenti, e già abitato tra popolazioni preitaliche come gli osci e i sanniti. Oggi Bovino si presenta come un valido luogo dove fermarsi durante un viaggio da queste parti per passare alcune ore e dedicare una bella visita sia al centro del paese che alla parte del castello, situata immediatamente al di sopra. Ho deciso di venire a visitarlo dopo averne sentito parlare da tempo e anche perché, tra l’altro, vanta un forte gemellaggio con un Comune della Toscana che conosco bene per lavoro, che si chiama Montemurlo (nel pratese).

Il borgo

Facciamo il nostro ingresso dal bianco porticato che si affaccia su via Castello, in cui troviamo anche la targa dei “Borghi più belli d’Italia” del Touring Club Italiano. Da qui si prosegue in via Roma: noterete i nomi delle vie segnati con dei bassorilievi, come in questo caso quello della Lupa Capitolina. Sembra di entrare nel passato, ti sembra che certe ambientazioni le abbia viste anche in qualche film. Il borgo è completamente lastricato nella pavimentazione e la pietra bianca contraddistingue le abitazioni. Arriviamo fino alla chiesa principale, un duomo fondato nel decimo secolo e in stile bizantino. Bovino è veramente un film di pietra, materia che dà valore, e in questo caso anche colore, a ogni edificio. Come quello che ospita il Museo Civico Carlo Gaetano Nicastro, al cui interno sono ospitati reperti databili dal neolitico al medioevo tra cui alcune stele daune.
Ancora già per le strade in pietra, tra pomodori e peperoni a essiccare in estate che si vedono dai balconi. Poi ci sono i vicoli, gli archi e passaggi come quello in cui una targa recita: “Chi passa sotto quest’arco e si dà un bacio se lo ricorderà per tutta la vita”…

Verso il castello

Si sale al palazzo municipale, imponente rispetto alle tante casupole del borgo, per continuare a fare zigzag tra vicoli, scalette e angoli talvolta anche molto intimi. Infine la salita al castello, una struttura antichissima ma oggi presente nella sua costituzione normanna: l’esempio è la grande torre risalente al periodo di Federico II. Da qui la vista delle vallate e delle alture circostanti è mozzafiato. In queste strade ho visto ancora bambini giocare a pallone e, visti i tempi che corrono, mi ha creato anche una certa emozione.

Non si riparte senza i taralli

Un piccolo e stretto passaggio scosceso ci riporta di nuovo nel borgo. La visita ormai volge al termine. Il tempo, ovviamente trovato, per fare incetta di taralli al primo panificio, e per visitare il parco della villa comunale, molto frequentato nella bella stagione e ben ordinato. Se qualcuno lo ha definito uno dei borghi più belli d’Italia, direi che non ho ha fatto in maniera impropria…

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