L’ultimo lembo d’Italia prima di entrare in Slovenia, quel che resta della penisola istriana sotto il tricolore. Benvenuti a Muggia, in provincia di Trieste, l’ultimo porto prima di arrivare al valico di Lazzeretto e lasciarsi alle spalle il Belpaese. Passare di qua è facile, specie per chi vuole attraversare la costa slovena e non vuol prendere la vignetta autostradale. Se al valico di Rabuiese è necessaria per entrare nelle autostrade slovene, qua non serve perché non si imboccano le quattro corsie.
Più volte sono passato da queste parti e, a forza di attraversarla, Muggia alla fine mi ha richiamato come una sirena in fondo al mare, invitandomi assieme ad alcuni amici a scendere dalla macchina per andarla a visitare. Già arrivando l’impressione è buona: la stradina che viaggia tra i bordi del centro storico, il porticciolo e un piccolo arco che divide la città vecchia con l’affaccio sull’Adriatico. Solo attraversare Muggia ti riempie di gioia. Però basta gongolarsi, troviamo un parcheggio, freno a mano e scendiamo. Torniamo a piedi sotto l’arco fino alla Riva de Amicis: ci rapisce subito la piazzetta con le case ocra e vede con un olivo nel mezzo, mentre dall’altro lato il richiamo arriva dalle insegne vintage dei negozi sullo sfondo delle barche ormeggiate. Pochi metri nel calle Puccini e subito si arriva nel cuore di Muggia: il palazzo comunale, con un loggiato antistante, richiama ancora a stili del periodo fascista mentre su un lato della piazza si trova la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, vale a dire il duomo muggesano, capolavoro dello stile gotico veneziano. Piazza Marconi sembra uscita da una pubblicità di un aperitivo: in estate i gazebo dei bar ricreano un clima di splendore dal sapore Novecentesco, aiutato anche dal fatto che da qui le auto non passano. La piazza ospita anche da metà luglio a metà agosto una serie di spettacoli estivi riuniti sotto il cartellone di ‘Star(s) in Piazza’, mentre piazzale Caliterna è la sede del carnevale muggesano che invece si svolge nel periodo di Ferragosto.
Il tour di Muggia prosegue nelle strette vie del centro, fino al piccolo arco che ci riporta verso via Battisti, uno degli accessi alla città. La suggestione viene nel guardare questo borgo di mare, con gli infissi consumati dal tempo, con vernici ocra e Terra di Siena, dove sembra che la modernità non sia mai arrivata in una terra contesa fino all’ultimo, dove fino a non troppi anni fa non si sapeva se si era nell’ultimo lembo di Italia o nel primo della Jugoslavia. In ogni caso si è fatto tardi e il viaggio verso la Slovenia stavolta può proseguire, con uno sguardo in alto verso il castello di Muggia mentre si risale in macchina. Ancora qualche chilometro di litorale, con la strada che cammina a pelo del mare, e il cartello Slovenija ad accoglierci. Muggia, piacere di averti conosciuta!
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