Un paese, il suo lavoro. In tempi in cui le produzioni tipiche tendono a sparire, in una cittadina del Molise si continua da secoli a costruire un prodotto di nicchia conosciuto ed esportato in tutto il mondo. Stiamo parlando delle campane di Agnone, che con i suoi cinquemila abitanti è il terzo centro più popoloso della provincia di Isernia (dopo il capoluogo e Venafro, di cui abbiamo già parlato). Ad Agnone si associa infatti un cognome, Marinelli, quello dell’antica fonderia che dal 1924, con scrittura di Papa Pio XI, può fregiarsi del titolo pontificio: pochissime realtà hanno la facoltà di utilizzare le insegne vaticane. Essendo attiva da un millennio si può considerare una delle aziende più longeve del mondo!
Campane costruite come secoli fa
La Fonderia Marinelli vanta anche un museo e un percorso espositivo: per chi viaggia in Molise è tappa obbligatoria. Nel nostro caso la guida era proprio un dipendente in pensione il quale ha trasmesso tutta la sua passione, e quella di un paese intero, che grazie alle sue campane si è fatto conoscere in tutto il mondo. Oltre a essere state prodotte per edifici religiosi hanno avuto anche funzioni commemorative e celebrative. Ad Expo a Milano, per esempio, o a Marcinelle, si possono trovare delle speciali campane Marinelli, che si contraddistinguono per due fattori: il suono perfetto (un maestro campanaro valuta l’esatta tonalità della nota emessa) e l’arte con cui vengono realizzati i bassorilievi di volta in volta richiesti dal committente.
La visita alla Fonderia Marinelli termina nell’area produttiva, dopo aver visionato l’area espositiva e un filmato introduttivo in cui si mostra la storia e il metodo di produzione di una campana. Ci possono volere anche mesi e, la cosa affascinante, è che il secolare metodo artigianale di creazione non è mai cambiato. Si costruisce un’anima di mattoni e attorno una falsa campana di argilla, su cui fare incisioni ed effigi. Grazie a un mantello di ulteriore argilla si fa in modo che si crei una intercapedine per il bronzo e lo stagno fusi che, grazie alla colata, creeranno la campana. A quel punto si mette in una fossa e si fa raggiungere da una colata di piombo e stagno al coro di “Santa Maria“, si interra e finita la fase di raffreddamento si recupera la campana per sistemarla, affinarla, provarla.
È un processo magico, lontano anni luce dai cicli di produzione moderna. Ad Agnone fare questo lavoro è una vocazione e un orgoglio. Lo si prova sentendo il rumore di quelle campane, in una dimostrazione di fine percorso. Un coro, così si definisce un gruppo di campane che ripercorrono le varie note della scala musicale, viene fatto suonare con un martello riproducendo ogni tipo di melodia. Come sentire un campanile che inizia a intonare l’Inno alla Gioia…
Una chiesa ogni 385 abitanti
Ovviamente Agnone non si ferma alla sola fonderia. Artisticamente, grazie anche a questa tradizione, è molto viva con una innumerevole presenza di chiese con un rapporto per abitante veramente altissimo. Se ne contano ben tredici! Poi c’è il Teatro Italo-Argentino, l’unico della provincia di Isernia e costruito con le rimesse degli emigrati in Sudamerica. Dalla Fonderia Marinelli andate sempre dritti verso Corso Vittorio Emanuele e da lì iniziate la visita del centro. Vi troverete di fronte alla Chiesa dell’Annunziata e da lì prendete le strade del centro storico. Perdetevi, sarà sempre una scoperta! Scoprite il fascino retrò di piazza Plebiscito, andate a vedere le vicine chiese di San Francesco e Santa Croce, camminate verso Porta Semiurna e affacciatevi per vedere il verde panorama dei dintorni. Insomma, questa Agnone sarà anche piccola ma… Bella densa! Diciamo piena quanto il bel rintocco di una campana…
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